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Ancora sul 4 novembre
Una dettagliata analisi di Paola Pozzoli, direttamente coinvolta negli avvenimenti


vergogna

Ancora una volta l'amministrazione comunale monzese è al centro di roventi polemiche. A finire nell'occhio del ciclone il sindaco leghista Mariani. Durante le celebrazioni del IV novembre si è ripetuto un increscioso episodio. In barba a quanto stabilito nell'apposita commissione e di comune accordo con le associazioni ivi presenti, il programma ufficiale è stato variato. Un programma minuzioso che prevedeva la deposizione delle corone al monumento dei Caduti di tutte le guerre, a quello dei Caduti della Resistenza e dei Marinai d'Italia.
Ancor prima dell'incauta variazione del cerimoniale presso il cimitero cittadino, si è registrato un primo atto unilaterale della giunta monzese che ha deciso di non pubblicare in toto il programma sui manifesti rivolti alla cittadinanza. Leggendo non si troverà menzione alcuna della tappa al monumento dei partigiani. Sembra che questo fatto sia derivato da una assurda richiesta con lettera al sindaco da parte del rappresentante dell'Associazione dei paracadutisti - non presente alla riunione in commissione – con la quale richiedeva di rendere omaggio anche alle tombe dei “Caduti della Repubblica Sociale Italiana”. Il sindaco Mariani viene interrogato in merito a tale vicenda in occasione del consiglio comunale ma il primo cittadino non degna di una risposta le richieste della minoranza.
Ma torniamo agli eventi del IV novembre. Dopo aver reso omaggio al campo dei partigiani, il sindaco Mariani e Allevi, neopresidente della Provincia di Monza e Brianza, accompagnati dai militari paracadutisti, da un trombettiere della banda e da un sacerdote, si sono diretti verso la tomba del gerarca fascista Tarabella. Nessun cittadino ha seguito la cerimonia in quanto la stessa, come detto, non rientrava nel programma ufficiale diramato dall'amministrazione comunale. Nessuno poteva sapere.
La sottoscritta, membro dell'ANPI provinciale, si accoda al manipolo. Durante il tragitto verso il monumento subisce i rimbrotti di alcuni paracadutisti, fra cui un certo Crippa. La mia presenza non era affatto gradita. Mi è stato detto che non potevo fotografare e che disturbavo la cerimonia. Giunti a destinazione lo stesso Crippa legge un inno alla gloria dei vinti. Al termine della lettura Mariani fa tre passi in avanti verso la tomba ed esegue il segno della croce con conseguente momento di raccoglimento in preghiera. Interviene il prete che rende omaggio e benedice i caduti fascisti pronunciando le seguenti parole: “Oh Padre tocca il cuore di pietra di coloro che in ogni parte del mondo opprimono,vendono, uccidono i propri fratelli, accogli nella Santa Gerusalemme le vittime innocenti di tutte di tutte le stragi e tutti i caduti per la causa della libertà e della giustizia”.
Al ritrovo del corteo nel centro cittadino, ANPI , ANED e ANPC , non saranno più presenti con i propri vessilli, ritirati in segno di sdegno e protesta per l'accaduto. Ma i cittadini che seguono la manifestazione solamente da questo momento, non sono a conoscenza di quanto avvenuto presso il cimitero cittadino. Espongo dunque un foglio con la seguente scritta: “Omaggio alla tomba fascista con la fascia tricolore! Vergogna!”. Lo leggono le persone che sfilano in corteo, lo legge la cittadinanza assiepata a lato del corteo stesso. Giunti in piazza Trento e Trieste lo leggono anche le Forze dell'ordine. Mi raggiungono due carabinieri, uno in borghese e uno in divisa. Mi ordinano di rimuovere il cartello, di cessare di esporlo. Non cedo, è un mio diritto legittimo. Dopo un paio di ulteriori tentativi i due desistono. Ha inizio la messa. Decido di rientrare. Dopo pochi passi mi viene incontro un agente di polizia in borghese. Dopo aver mostrato il tesserino, mi chiede di consegnargli i documenti per la procedura di identificazione. Telefona al comando e scandisce i miei dati. Passano alcuni minuti. Tutto a posto. Mi riconsegna il tutto. Ripongo la patente e mi riavvio. Ma ancora dopo pochi passi mi raggiunge un secondo agente in borghese, in questo caso dei carabinieri. Stesso iter. Pensavo che le Forze dell'ordine disponessero di un database comune ma così non è. Passo anche questo secondo esame, finalmente posso tornare a casa.
Successivamente vengo informata delle dichiarazioni pubbliche del sindaco a conclusione della cerimonia. Mariani ha usato i termini “idiota, superficiale e presuntuoso” non è chiaro se riferendosi alla mia persona o al cartello esposto. Poco cambia comunque. Il significato è chiaro.
Mi permetto di consigliare al sindaco di dedicare alcuni minuti alla consultazione del vocabolario della lingua italiana.
Alla voce “idiota” troverà scritto il seguente significato : “persona stupida, deficiente…uomo rozzo, senza istruzione…dal latino idiota, inesperto, ignorante”.
Credo che le definizione sopra citata si attagli bene alla figura del primo cittadino monzese, per il semplice, nonché preoccupante motivo che egli è ignorante, nel senso appunto che ignora, non conosce la storia. Poco male, il rimedio è a portata di mano: la biblioteca comunale offre molto materiale per ovviare alla mancanza del sindaco.
Alla voce “superficiale” troverà scritto così : “che non conosce, non esamina a fondo le cose, generico, poco profondo”. Anche i questo caso mai si potrebbe trovare definizione più azzeccata per descrivere Mariani. Chi ignora, come sopra accennato, non conosce e non può dunque approfondire ciò di cui non sa.
Infine “presuntuoso”. Presuntuoso è colui che presume troppo di sé, che crede di poter fare cose superiori alle proprie capacità, colui che ha un'opinione troppo alta di sé. Penso, senza ombra di dubbio, che chi si arroga il diritto di riscrivere la storia a suo piacimento rappresenti la più alta espressione della presunzione. Tant'è…
Questi i fatti, nudi e crudi. E, in quanto tali, incontestabili proprio perché sotto gli occhi di tutti.
Ora l'analisi. Doverosa e necessaria. Come è noto, l'amministrazione comunale di centrodestra non è nuova a fatti del genere. Già nel 2007 Mariani si recò a rendere omaggio ai caduti fascisti inchinandosi a toccare la corona donata al gerarca e soffermandosi a pregare. Nel 2008 la giunta Mariani decise addirittura di venir meno al consueto rituale celebrativo eliminando la deposizione della corona e l'omaggio ai caduti della Resistenza.
Quest'anno dopo l' incontro in sede di commissione la giunta è tornata sui suoi passi, ripristinando il corretto cerimoniale. Tuttavia la pressione all'ultimo minuto da parte dei paracadutisti ha prevalso.
Cosa significa tutto questo? Credo sia un fatto di gravità inaudita che il primo cittadino sovverta quanto già stabilito causa pressioni esterne. Ancor più grave è il fatto che Mariani e Allevi si siano recati alla tomba dei fascisti in veste istituzionale, ossia con la fascia tricolore il sindaco e con quella azzurra il presidente provinciale. In tale circostanza essi rappresentano l'intera cittadinanza monzese e provinciale.
Due alti esponenti istituzionale si sono macchiati indelebilmente due volte.
La prima sovvertendo quanto stabilito in sede comunale e dunque istituzionale, generando una contraddizione vera e propria: in quanto membri istituzionali redigono un programma e sempre in quanto tali lo trasgrediscono. La seconda rendendo omaggio, con la fascia che li indica come rappresentanti democraticamente eletti dal popolo, a coloro che combatterono contro la democrazia, schierati in un esercito, quello della RSI, non riconosciuto dallo Stato. Un esercito che si è schierato in difesa del dittatore fascista Benito Mussolini e del nazista Adolf Hitler. A fianco di coloro che trucidarono coloro che combattevano per la libertà e la democrazia in Italia, uccidendo soldati, partigiani e popolazione civile. A fianco di coloro che mandarono a morire milioni di persone nei campi di sterminio, in nome della difesa della razza.
Nessuno vieta a Mariani ed Allevi di simpatizzare per queste persone e per i loro ideali, nessuno vieta loro di essere fascisti. Ma solo in quanto privati cittadini, non in rappresentanza dell'intera comunità. Il loro insano e increscioso gesto offende i cittadini, li deride, così come disonora la stessa carica istituzionale. Utilizzare la propria carica per ribadire i propri personali valori, il proprio credo politico significa farsi beffe del mandato che gli elettori hanno loro consegnato.
Ad avvalorare questa tesi le parole del sindaco che commentando la vicenda si è così espresso:
“ Stamattina ho fatto visita ai campi dei caduti di tutte le guerre, a quello dei partigiani e poi HO RITENUTO GIUSTO recitare l'eterno riposo anche per i vinti…e alle spalle non mi sono trovato nessuno”. Spudorato. Non si è trovato dietro nessuno? E chi avrebbe dovuto seguirlo se tale variazione è giunta inaspettata e decisa in modo assolutamente arbitrario? Smarrimento si è letto negli occhi di molti. Dove vanno?
Mariani ha “ritenuto giusto” rendere omaggio al campo dei fascisti? Come può arrogarsi il diritto di decidere a nome della cittadinanza, vista la fascia tricolore, di sovvertire il programma? Come può arrogarsi il diritto di far divenire una propria opinione personale, anzi un proprio giudizio personale, una posizione comune della cittadinanza che in quel momento rappresenta?
E lo stesso dicasi del presidente della Provincia, Allevi.
In nome dell'unità nazionale il centrodestra sta perseguendo un sistematico tentativo di revisionare la storia a proprio uso e consumo. Mariani e Allevi in tal senso procedono speditamente. Riscriveremo i libri di storia, diceva Dell'Utri prima delle ultime elezioni politiche. A Monza si segue alla lettera il diktat nazionale: “Boia chi molla!”
Ci sarebbe tanto da dire ancora ma non è possibile in questa sede. Vorrei concludere esprimendo tutta la mia perplessità e indignazione per le parole proferite dal sacerdote presso il cimitero, parole scelte appositamente da colui che dovrebbe essere un vicario di Cristo…
Come è possibile parlare di caduti per la libertà e la giustizia dinanzi ad una tomba fascista? Permettetemi…è rivoltante. Al sindaco, al presidente provinciale e al prete ricordo le parole di Monsignor Gianfranco Bottoni : “Stiamo assistendo ad una morte lenta e indolore della democrazia, l'eutanasia della Repubblica nata dall'antifascismo”, denunciando il fascismo di ieri e il populismo di oggi. Mi sembra già di sentirli i commenti provenienti da destra…è un prete comunista…
Invece di ascoltare le posizioni personali e arbitrarie di Mariani & C. prestiamo attenzione a quanto dicono i partigiani che hanno sacrificato la loro vita per la libertà e la democrazia di cui oggi usufruiamo.
Per questo vorrei condividere alcune righe tratte dal libro “ Se vi sembra poco” di Luciano Scarlini, partigiano in giovane età:
“Si dice che i morti non hanno voce e i vecchi ne hanno una flebile. Diventa ancora più importante, allora, restituire loro la parola e la possibilità di raccontarci com'era la vita durante la dittatura fascista, e quali prove hanno dovuto superare quanti hanno deciso di dedicare la propria esistenza alla libertà… Sul cancello di Auschwitz c'è scritto “ Chi ignora la storia è condannato a riviverla”.

Paola Pozzoli


video di Paola Pozzoli


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Giuseppe Pizzi
November 11, 2009 2:10 PM

Paola Pozzoli, per aver esposto un cartello durante una manifestazione, è stata fermata e identificata dalle forze dell'ordine. Ovviamente la prima domanda da porsi è: Perchè? Come può accadere in Italia dove "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con
la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione" (art. 21 della Costituzione)? Perchè da noi sì, mentre non è neppure immaginabile che un agente di Scotland Yard fermi un cittadino britannico che esibisce un cartello di protesta o di dissenso dalle parti di Downing Street?
Ma in particolare voglio soffermarmi su un altro aspetto della questione. Per fermare e identificare Paola Pozzoli si sono mobilitati in quattro, prima due carabinieri, poi un poliziotto, poi ancora un
carabiniere. Altro che carenza di organico! Ma soprattutto, domanda cui non ho mai trovato una risposta convincente: perchè in Italia abbiamo non una ma due polizie, con compiti che al comune cittadino appaiono equivalenti? Vi sembra normale, vi sembra economico che il caso Paola
Pozzoli sia oggetto di due rapporti, due verifiche investigative, due pratiche da istruire, due fascicoli da archiviare, e così via? Se ne stupisce anche Paola Pozzoli: "Pensavo che le Forze dell'ordine disponessero di un database comune ma così non è".

G. Pizzi



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  5 novembre 2009